Trattore su campo spruzza erbicidi o pesticidi; concept: glifosato

I funzionari governativi dei 27 Paesi membri si sono riuniti a metà luglio a Bruxelles, per il consueto aggiornamento sulla legislazione in tema di prodotti a protezione delle piante.

Si è accennato ai recenti studi scientifici che dimostrano la grave pericolosità per gli animali del glifosato – la sostanza a base dell’erbicida più venduto al mondo (Roundup® Monsanto) – ma si è deciso di soprassedere. Siamo così tranquilli?

Ilfattoalimentare.it si era occupato del rapporto scientifico internazionale del 7 giugno scorso, Roundup e difetti delle nascite: si sta mantenendo il pubblico all’oscuro?.

Secondo il documento, fin dal 1980 le autorità sapevano che il glifosato provoca aborti e malformazioni agli animali da laboratorio. E anche l’ente tedesco per la sicurezza alimentare, incaricato di valutare questa sostanza per conto della Commissione nel 2001, aveva negato l’evidenza degli studi su difetti alla nascita ed esposizione al glifosato. 

La notizia non poteva passare inosservata. Il 14-15 luglio infatti, all’incontro dello Standing Committee for the Food Chain and Animal Health che riunisce gli Stati membri e la Commissione europea, si è parlato del rapporto (inviato ai governi di tutti gli Stati membri). L’autorità tedesca è stata incaricata, nell’ambito delle procedure CE, di valutare la sicurezza del glifosato ai fini della (revisione) dell’autorizzazione in UE.

Gli Stati membri, “considerata l’ampiezza e l’importanza degli argomenti”, hanno deciso di rinviare la discussione alle successive riunioni. Senza neppure fissare un calendario per la trattazione della vicenda. Per il momento hanno considerato “non appropriata” l’adozione di misure restrittive sull’utilizzo di glifosato e di prodotti che lo contengono.

Si ripropongono dunque le domande già poste da ilfattoalimentare.it: visto che il glifosato è contenuto nell’erbicida più diffuso nell’intero pianeta, ma anche in prodotti per la manutenzione di orti e giardini, e che i pericoli identificati sono gravi, perché le autorità non svolgono al più presto ulteriori indagini sulla sua sicurezza (per l’ambiente, gli animali, i lavoratori e i consumatori)?

In attesa di ciò, si può sapere perché le valutazioni ufficiali sono così distanti dallo studio scientifico Roundup and birth defects: Is the public being kept in the dark?, realizzato da eminenti università di diversi continenti?

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