Impasse sul rinnovo per dieci anni dell’autorizzazione all’erbicida glifosato, proposto dalla Commissione Ue. Contrariamente alle previsioni, durante la riunione dei rappresentanti degli Stati membri del 4 e 5 ottobre la proposta non è stata messa ai voti del comitato per i fitofarmaci. La prossima riunione è convocata per il 23 ottobre.

Paesi e glifosato

Le posizioni dei vari paesi non sono ancora tutte definite. Solo Francia e Austria hanno preannunciato la loro contrarietà. L’Italia non ha ancora deciso, anche se in un post su Facebook il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, ha scritto di essere “contrario al rinnovo dell’autorizzazione europea sul Glifosate. Le evidenze scientifiche e ambientali che abbiamo ci devono portare a proporre questa scelta in ambito europeo. L’Italia deve confermarsi paese leader nell’agricoltura sostenibile #StopGlifosato”. La posizione italiana deve essere però concordata con il ministro della Salute.

Contemporaneamente alla riunione del comitato Ue sui fitofarmaci, il quotidiano francese Le Monde è tornato con una nuova inchiesta sulla vicenda dei “Monsanto Papers”, indicando come “il gigante agrochimico americano ha sistematicamente cercato di influenzare lo sviluppo della scienza e di intervenire nelle decisioni delle agenzie di regolamentazione”. Il rifiuto di Monsanto di partecipare a un’audizione sul tema, convocata per l’11 ottobre dalle commissioni ambiente e agricoltura del Parlamento europeo, ha portato alla revoca del diritto d’accesso dei suoi lobbisti all’europarlamento.

L’antecedente: il DDT

In un editoriale, Le Monde scrive che una sostanza fitosanitaria non aveva attirato in tal modo l’attenzione mediatica dai tempi della battaglia degli anni ’60 e ’70 per l’interdizione del DDT. Le posizioni contrastanti delle varie agenzie scientifiche di controllo sul rischio di cancerogenicità del glifosato hanno portato a “una situazione di confusione totale”. Nell’editoriale si afferma che Monsanto ha mischiato deliberatamente scritti dei propri collaboratori con pareri di esperti supposti indipendenti, mentre le agenzie europee non hanno prodotto competenze scientifiche e tecniche al di sopra di ogni sospetto. Secondo Le Monde, “è urgente affrontare apertamente questo problema di fondo”, perché “il caso del glifosato non è isolato” ma si è verificato anche sulla normativa riguardante i perturbatori endocrini.

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shadok
shadok
10 Ottobre 2017 23:13

Sono perplesso, quali sono le reali (non solo paventate) criticità ambientali o per la salute umana connesse all’uso del glifosato? Quali sono le opzioni alternative in caso di revoca?, quali sono i costi e i vantaggi? Ma a Monsanto pensate possa fregare qualcosa se revocano un prodotto a brevetto scaduto, con margini di guadagno irrisori?, non è che invece se revocano il glifosato stappano lo sciampagn, perché obbligano gli agricoltori a comprare prodotti più costosi e remunerativi?

ezio
ezio
22 Ottobre 2017 11:49

Il nocciolo della questione, da non sviare con aspetti marginali, è l’uso, l’abuso e l’effetto cumulativo dei diserbanti ed erbicidi negli alimenti.
Cioè quello che mettiamo in bocca ed in circolo che proviene dai residui negli alimenti, la somma dei residui che assorbiamo da tutti gli alimenti quotidiani e soprattutto dal rapporto residui accumulati/peso del consumatore abituale.
Per un bambino, un ammalato, un anziano e per forti consumatori di alimenti con residui anche al limite del tollerato, l’uso estensivo ed intensivo di diversi presidi chimici impattanti, fa la differenza tra alimentarsi ed il rischio d’intossicarsi.
Non si pretende ne discute di residui zero, perché sarebbe un’utopia, ma del principio di precauzione contro la diffusione e la concentrazione di sostanze chimiche negli alimenti.