olio di oliva extravergine

È una coincidenza, ma per il terzo anno mi trovo nel mese di agosto a parlare di olio d’oliva, di marchi storici del Made in Italy come Bertolli, Filippo Berio, Carapelli visti dalla parte degli importatori, e non sono notizie piacevoli. Marchi che sono esportati all’estero ma sono in vendita anche negli scaffali di supermercati e centri commerciali in Italia.

Da quando scrivo sul blog ho già parlato dell’articolo di Rose Gray sul Guardian, di Tom Mueller su The New York Times. Poi è arrivato il Dossier Olivenöl sugli oli extravergine nei supermercati tedeschi. Nel 2009 la ricerca voluta da Which? su campioni di olio “extravergine” in vendita in alcuni supermercati inglesi.

Class action contro i produttori di extravergine

L’agosto 2010 registra invece notizia di un gruppo di ristoratori e chef della California che hanno denunciato i messaggi ingannevoli e fuorvianti di diversi marchi. Bertolli, Filippo Berio, Carapelli, poi Star, Colavita, Mezzetta, Pompeian, Rachael Ray, Mazolla e Safeway Select sono accusati di vendere oli in pessime condizioni, rancidi e adulterati. Coinvolte anche catene di negozi e distributori, accusati di non aver verificato la qualità degli oli messi in vendita, nonostante i ripetuti articoli di denuncia apparsi sulla stampa negli anni precdenti.

Ne è derivata una azione di class action contro i produttori di olio Pompeian, Bertolli e Filippo Berio. Il Brand Bertolli copre circa il 40% del mercato USA, alla Salov va circa il 20%.

Le analisi

Tutto deriva da una ricerca svolta da diversi laboratori: l’Australian Oils Research Laboratory e l’ University of California, Davis Olive Center. I vari campioni (14 brands importati e 5 brands di extra virgine made in California) sono stati analizzati utilizzando parametri in accordo con le indicazioni dell’International Olive Council (IOC), del Dipartimento dell’Agricoltura USA, e altri metodi adottati in Germania e Australia.

I saggi hanno evidenziato che una certa percentuale degli oli non rispettava gli standard di qualità degli oli extravergine facendo ipotizzare: episodi di adulterazione e miscelazione con oli raffinati e meno costosi, pessime qualità organolettiche dovute a processi ossidativi e/o all’uso di olive stoccate in modo improprio o danneggiate.

Il tema è ripreso anche  dal  settimanale il Salvagente con il titolo Ma davvero è extravergine? L’olio italiano fa discutere gli Usa sottolineando che “tra i bocciati, ci sono nomi eccellenti del made in Italy, come Carapelli, Bertolli, Colavita e Filippo Berio”.

Ma possiamo ancora considerare gli oli della Berio, Carapelli, Bertolli venduti negli USA come prodotti italiani? Carapelli e Bertolli sono di proprietà della spagnola SOS.

E dopo la California si parla di class action anche in Florida. Di nuovo coinvolti i marchi Bertolli e Filippo Berio.

Fonti:

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