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In Germania è nato Foodsharing.de, per combattere gli sprechi (Foto: Raphael Fellmer)

Riproponiamo con piacere l’interessante fotoracconto apparso sul mensile Valori sull’iniziativa Foodsharing.de, progetto made in Germany di recupero e ridistribuzione di cibi nato per ridurre gli sprechi alimentari in maniera partecipata.

Niente sprechi, siamo berlinesi: nella città che ha dichiarato guerra a Uber (vietato ormai da un paio d’anni) e, da maggio scorso, anche all’offerta turistica di Airbnb & co. per frenare l’impennata dei prezzi degli affitti (fino a 100mila euro le multe per chi trasgredisce), non stupisce che si sviluppino iniziative di condivisione dal basso, anche in settori delicati come quello alimentare. L’idea di Foodsharing.de parte da un dato: 20 milioni di euro. È il valore del cibo inutilizzato da famiglie, ristoranti e supermercati. Una montagna di denaro bruciato fatta spesso di piccoli sprechi: l’insalata ancora croccante che devi buttare perché stai andando in vacanza, la fetta di torta rimasta nella vetrina di una pasticceria a fine giornata o il pane avanzato a una
panetteria.

foodsharing frigorifero solidale
L’organizzazione ha piazzato decine di frigoriferi “solidali” (Foto: Raphael Fellmer)

L’amore teutonico per l’organizzazione ha spinto a collocare decine di frigoriferi “solidali” in varie parti della città nei quali ognuno può portare il proprio cibo avanzato. E  ovviamente, chiunque può prenderlo gratuitamente: «Non ci importa chi li consuma. Anche chi avrebbe i soldi per comprarsi i prodotti è invitato a prelevarli dal frigo se ne ha voglia» spiega la “salvatrice del cibo” Lilo Brißlinger in un’intervista al canale regionale Rbb. «Il nostro obiettivo principale è che gli alimenti non vengano buttati». La piattaforma online permette anche di organizzare i turni per le pulizie, la manutenzione dei frigoriferi e aiuta nel conteggio degli alimenti recuperati.

foodsharing carrello
Solo a Berlino sono state recuperate 818 tonnellate di cibo (Foto: Raphael Fellmer)

I risultati non si sono fatti attendere: i 13mila “foodsaver” hanno permesso di salvare 818mila kg di cibo a Berlino attraverso 25 frigoriferi. Alla capitale si sono aggiunte anche altre città: Colonia ha evitato 610 tonnellate di sprechi e Amburgo altre 198. Certo, c’è poi da far fronte con i timori dei burocrati, preoccupati che l’iniziativa possa creare problemi sanitari e violare le norme sull’igiene alimentare. Ma il food sharing, complice una petizione firmata in poco tempo da 17mila berlinesi, sembra difficile da ostacolare.

Articolo apparso originariamente su Valori (anno 16 numero 142 di ottobre 2016)

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Emanuele
Emanuele
19 Ottobre 2016 15:16

Finché si tratta di prodotti in scatola, di frutta fresca dove si possa evincere il grado si marcescenza e verdure da cuocere ci posso anche stare. Per il resto non mi fido.
Sicuramente tanta gente con l’orto potrebbe evitare di buttare la produzione che eccede le proprie esigenze visto che le piante danno i loro frutti tutti insieme.