Capitan Findus ha lanciato a settembre il nuovo burger di pesce, all’interno della grande famiglia dei secondi piatti a base di pesce panato, sulla scia dei famosissimi bastoncini.
Sulla confezione del nuovo prodotto si fugano alcuni dubbi dei consumatori, offrendo la specificità del merluzzo utilizzato, Merluzzo d’Alaska (Theragra chalcogramma, pesce di cui si parla su Il Fatto Alimentare in questo articolo sull’origine del merluzzo d’Alaska), e dei luoghi di pesca, Oceano Pacifico del Nord Ovest e del Nord Est (aree piuttosto ampie, per la verità).
Oltre il pesce c’è la panatura che può rappresentare un punto critico, sia per gli ingredienti sia per la quantità. I Fish Burger 100% Filetti di Merluzzo, così dice l’etichetta, sono costituiti per il 56% dal pesce, il 18% dalla croccante copertura e il restante 26% da acqua, amido, oli vegetali, sale, senape e curcuma, senza l’indicazione della quantità specifica di ognuno. Guardando agli altri prodotti analoghi, la percentuale di pesce non è molto differente; per i bastoncini sale al 60%, 4 punti in più dei Fish Burger.
Tra gli ingredienti della “croccante copertura” e gli altri, oltre il pesce, prevalgono le farine, l’amido e gli oli. I grassi rappresentano complessivamente il 12% delle GDA giornaliere contro un’incidenza dell’11% sulle calorie medie consigliate. Considerando il peso della panatura non è poi così vero che sia “ideale nel panino”, molto meglio “accompagnato dal tuo contorno preferito”.
Dalla tabella nutrizionale emerge anche una quantità consistente di sodio; un Fish Burger apporta quasi ¼ della dose giornaliera consigliata.
Infine al momento la nota dolente è anche il prezzo, 3-4 euro in più al kg rispetto alle Croccole di merluzzo , anch’esse Capitan Findus.
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