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Una ricerca individua in Facebook il canale principale per incintivare la consumo di junk food

Le tecniche di marketing digitale utilizzate dai grandi marchi alimentari per attrarre bambini e adolescenti sono sempre più sofisticate e si sono spostate su Facebook. I genitori non ne sono a conoscenza e non sanno a quali metodi di convincimento  sono esposti i loro figli quando sono collegati ai loro siti preferiti. Una ricerca condotta dall’Irish Heart Foundation, inviata al governo irlandese e già esaminata dall’Organizzazione mondiale della sanità, descrive queste tattiche dei grandi marchi per promuovere cibi ad alto contenuto di grassi, sale e zuccheri. In genere la grafica è molto accattivante, le immagini sono forti e in questo panorama si propongono concorsi, giornate speciali, collegamenti a eventi di intrattenimento, festival e sport, richiami a campioni sportivi e ad altre star popolari tra bambini e adolescenti.

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Il nuovo marketing agisce su intenet. Il junk food viene promosso a ragazzi e bambini

Dalla ricerca emerge che, almeno in Irlanda, solo il 10% dei grandi marchi alimentari ha siti dedicati ai bambini. La situazione cambia radicalmente su Facebook, dove i marchi sono presenti con pagine dove si  promuovono cibi e bevande qa ragazzini di età compresa fra 13 e 14 anni, sollecitati a taggare gli amici, mettere “like”, commenti e foto, fornendo molti collegamenti e hashtag. Un sondaggio online condotto tra genitori di giovani adolescenti,  inizialmente indifferenti all’idea del marketing online diretto ai bambini e ai preadolescenti, ha rilevato un cambiamento di posizione, dopo che sono stati mostrati loro alcuni esempi. Il risultato è che tre quarti dei genitori si sono dichiarati molto contrari al marketing digitale di cibi poco salutari, definendo le tecniche utilizzate come immorali e scorrette.

Il rapporto dell’ Irish Heart Foundation, intitolato “Chi nutre i bambini online?”, chiede che le norme pubblicitarie a tutela dei minori adottate per radio e televisione siano estese a tutti i media e venga vietato l’utilizzo di celebrità per la promozione di prodotti ad alto contenuto di grassi, sale e zucchero.