carrefour etichette
In Francia stanno valutando quale sistema di etichette scegliere tra semaforo e imbuto

L’Agenzia francese per la sicurezza alimentare (Anses) ha confrontato il funzionamento degli algoritmi di due modelli di etichette nutrizionali, attualmente all’esame del governo. Una legge approvata in gennaio prevede di poter adottare un sistema informativo unico non obbligatorio, la cui adozione sarà volontaria da parte delle industrie. Questa norma dà la possibilità di affiancare alle indicazioni nutrizionali obbligatorie anche frasi, immagini e indicazioni grafiche sulla parte anteriore della confezione, per facilitare l’informazione ai consumatori, consentendo anche una facile comparazione tra prodotti simili.

Il primo metodo si ispira al modello britannico a tre colori, definito “a semaforo”, contestato da molti Paesi, Italia in testa, perché giudicato grossolano e penalizzante dei prodotti tipici dell’area mediterranea. Questo modello, definito Sistema 5-C, è stato sinora quello preferito dal ministro francese della Salute, Marisol Touraine e ha ottenuto la valutazione favorevole del Consiglio superiore della sanità pubblica. Il sistema in versione francese utilizza cinque colori (verde, giallo, arancione, fucsia e rosso) e cinque lettere, per indicare in modo facilmente riconoscibile il contenuto di calorie, zuccheri, grassi saturi e sale per 100 grammi di prodotto.

colori semaforo Francia etichetta nutrizionale
Il sistema a semaforo è osteggiato in Italia poiché il colore rosso si applica a prodotti tipici come parmigiano e olio di oliva

Il secondo metodo, denominato Système d’Etiquetage Nutritionnel Simplifié (SENS), è stato proposto dalla grande distribuzione aderente alla Federation du Commerce et de la Distribution (FCD) ed è caratterizzato da quattro imbuti di colore diverso, senza il rosso, con indicata la frequenza e la modalità con cui consumare il prodotto: spesso, ogni tanto, con moderazione, occasionalmente o in piccole quantità. Secondo l’Anses, i due sistemi differiscono di poco tra di loro e concordano nella classificazione nutrizionale degli alimenti, soprattutto di quelli che si situano nelle due fasce estreme. Gli algoritmi di tutti e due i sistemi, però, soprattutto quello del SENS, per funzionare richiedono più informazioni di quelle presenti obbligatoriamente in etichetta secondo le norme europee: queste informazioni sono conosciute solo dal produttore.

L’Anses proseguirà l’analisi della fattibilità dei due sistemi, prima della decisione finale da parte del governo.

Le etichette a semaforo adottate in Francia, chiamate Nutri-Score, sono il miglior sistema per aiutare il consumatore a capire le caratteristiche nutrizionali di un prodotto. Lo schema è molto semplice: il rosso indica un alimento da assumere con moderazione, il verde un cibo sano mentre il giallo invita a consumare il prodotto senza esagerare, per mantenere una dieta equilibrata. Le etichette sono state accolte con entusiasmo dall’OMS e dalle associazioni dei consumatori. In questo dossier di 19 pagine spieghiamo come funziona il Nutri-Score e perché nutrizionisti e società scientifiche che si occupano di alimentazione non possono che essere favorevoli all’adozione anche in Italia.

I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf  “Etichette a semaforo”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it

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Alessandro
Alessandro
11 Aprile 2016 12:18

Continuo a reputare queste misure come una potenziale pericolosa semplificazione degli aspetti nutrizionali legati agli alimenti, che può portare il consumatore a pensare di potersi costruire una dieta “fai da te” pur senza averne le basi.
Non basta mangiare tutti i prodotti col “bollino verde” per poter dire di alimentarsi correttamente.

Andrea
Andrea
Reply to  Alessandro
11 Aprile 2016 15:26

tra i due, il secondo mi sembra un filino più sensato come idea, ma in generale sono d’accordo con Alessandro.

Restando in tema di simboli in etichetta, non si potrebbe lavorare a livello Europeo su una tabella nutrizionale universale fatta di simboli/icone specifici per ogni nutriente, anche in vista dell’obbligatorietà che entrerà in vigore il prossimo dicembre?!
Così da evitare a chi lavora su etichette multilingua inutili giri di traduzioni e faticosi controlli ortografici in lingue incomprensibili 🙂 e liberare spazio per tutte le altre informazioni obbligatorie, altrimenti ammassate l’una sopra l’altra avendo cura di non scendere sotto 1,2 mm?!?!?!

Sapete se qualcuno ci sta lavorando?

Raffaele
Raffaele
18 Aprile 2016 18:40

In tema di surgelati e della deleteria interruzione della catena del freddo, ho visto molte volte in vari supermercati confezioni di alimenti surgelati poggiati su pallet in attesa di essere sistemati nei refrigeratori, a volte per tutto il tempo dei miei acquisti (e probabilmente anche oltre la mia uscita dal supermercato): potrebbe interrompersi la catena del freddo? In caso affermativo, come fa un acquirente a sapere se quello che sta comprando è stato parzialmente scongelato e poi ricongelato?
Qualche anno fa, lessi un articolo che proponeva, per il controllo della interruzione della catena del freddo, un sistema semplice quanto geniale: inserire nelle confezioni di surgelati una pallina di ghiaccio colorato, visibile attraverso una finestrella sulla confezione stessa; qualora si fosse verificata una interruzione abbastanza importante nella catena del freddo, la pallina si sarebbe disciolta palesando così la cattiva conservazione del prodotto.
Non ho sentito o letto più nulla di questo “sistema d’ allarme”
Voi ne sapete qualcosa di più?
Grazie
Raffaele

Roberto La Pira
Reply to  Raffaele
19 Aprile 2016 11:29

Sistemi per evidenziare una grave interruzione della catena del freddo dei prodotti surgelati in vendita al dettaglio esistono da almeno 20 anni e costano anche poco. Nessuno li vuole utilizzare perché il sistema di cambiamento del colore è progressivo per cui il gestore del punto vendita magari lascia il surgelato per 5 minuti fuori dal frigorifero e scopre che l’indicatore ha cambiato colore perché nella “vita precedente aveva accumulato, per esempio, 25 minuti a temperatura ambiente. Il prodotto va ritirato dal commercio, ma di chi è la colpa? E soprattutto chi si accolla il danno economico?