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Il nuovo regolamento  per cibo senza lattosio e  per diabetici entrerà in vigore il prossimo 20  luglio 2016

Il prossimo anno cambierà l’etichettatura degli alimenti per lattanti e per i prodotti senza lattosio destinati a celiaci e diabetici. Il 20 luglio 2016 entrerà in vigore il Regolamento europeo n. 609/2013, con le  nuove regole per gli alimenti destinati ai lattanti e alla prima infanzia, per quelli a fini medici speciali, come i prodotti senza glutine, senza lattosio o per diabetici, e per gli alimenti sostituivi dell’intera razione alimentare giornaliera per il controllo del peso nell’ambito di diete ipocaloriche. Per consentire alle aziende di prepararsi all’attuazione delle nuove disposizioni, il Ministero della salute ha emesso una circolare esplicativa. Il testo sottolinea come l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità di questi prodotti dovranno fornire informazioni per un loro uso appropriato, senza essere fuorvianti, né attribuire loro la proprietà di prevenire, trattare o guarire una malattia umana, né sottintendere proprietà di questo tipo.

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Le formule per lattanti non dovranno presentare contenuti che scoraggiano l’allattamento al seno

Le formule per lattanti e quelle di proseguimento dovranno essere concepite in modo da non scoraggiare l’allattamento al seno e non dovranno contenere illustrazioni di lattanti, né altre immagini o diciture che inducano a idealizzare l’uso di queste formule. Per quanto riguarda gli alimenti per diabetici, la circolare del Ministero afferma che a livello europeo si è “infine preso atto che non vi sono evidenze scientifiche in grado di giustificare la destinazione selettiva ai diabetici di un prodotto alimentare sulla base di uno specifico adattamento nutrizionale della sua composizione. Oggi i diabetici, al pari della restante parte della popolazione, possono scegliere gli alimenti più idonei alle loro esigenze sulla base dell’elenco degli ingredienti, dei claim nutrizionali (ad esempio “senza zuccheri”) e anche dei claim sulla salute (quando ad esempio evidenziano il ridotto impatto glicemico conseguente all’assunzione di un determinato alimento). Nel nuovo quadro normativo, pertanto, non saranno più ammissibili indicazioni del tipo “per diabetici” per qualunque tipo di alimento (con possibili eccezioni unicamente nel campo degli alimenti a fini medici speciali, in riferimento ad esempio alle diete enterali)”.

Il nuovo approccio implica che gli integratori alimentari non potranno più contenere indicazioni come “prodotto per diabetici” e che dovranno cambiare denominazione quelli  che fanno esplicito richiamo al diabete, come Diabeten, Ayurveda tisane diabetica, Diabetus sciroppo, Diabe-stop capsule, Diabeguard, Diabe 1 capsule, Diabecin capsule.

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La dicitura “senza glutine” potrà essere seguita dalla frase  “per celiaci” o “per intolleranti al glutine”

Per quanto riguarda l’informazione ai consumatori sull’assenza di glutine o sulla ridotta presenza, la dicitura “senza glutine” potrà essere seguita dalle diciture “specificamente formulato per persone intolleranti al glutine” o “specificamente formulato per celiaci”.

Infine, per quanto riguarda le indicazioni sul tenore di lattosio, il Ministero afferma che l’indicazione “senza lattosio” potrà essere impiegata “per latti e prodotti lattiero-caseari con un residuo di lattosio inferiore a 0,1 g per 100 g o ml, in attesa che la questione venga armonizzata a livello europeo”. Solo per i latti e i latti fermentati potrà essere impiegata l’indicazione “a ridotto contenuto di lattosio”, “se il residuo del disaccaride è inferiore a 0,5 g per 100 g o ml”.

Comunque, per fornire un’informazione precisa ai consumatori sui contenuti dei prodotti delattosati “senza lattosio” o a ridotto tenore di lattosio, nell’etichetta andrà riportata anche un’indicazione del tipo “Il prodotto contiene glucosio e galattosio in conseguenza della scissione del lattosio”.

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Costante
Costante
9 Agosto 2015 15:02

Finalmente una iniziativa saggia che dovrebbe ridurre o contrastare almeno le cattive abitudini della pubblicità e dell’abuso ingannevole del “senza x. y”. e adesso vedremo se il giurì della pubblicità si darà una mossa o se starà lì ad aspettare solo i casi eclatanti. Perché, nonostante le segnalazioni non si dedica agli abusi legali degli attributi “di alta qualità” che pur sono stati più volte segnalati? oppure ci sono aziende e cooperative più libere di interpretare le leggi a piacimento sicure di essere immuni da sanzioni?