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Il rapporto mette in relazione l’assunzione di bevande che contengono caffeina, taurina, guaranà, ginseng, vitamine e altri componenti, con 257 segnalazioni di eventi indesiderati registrate dal 2008 a oggi

Gli energy drink sono associati a possibili effetti indesiderati anche gravi, e per questo sarebbe giunto il momento di regolamentare con maggiori vincoli sia la commercializzazione sia la pubblicità. Questo, in sintesi, il messaggio dell’ultimo rapporto dell’Agenzia per la sicurezza alimentare francese, Anses, sul tema, pubblicato il 6 settembre scorso.  I dubbi che circolano da tempo su queste bevande trovano nuove preoccupanti conferme nel dossier e per questo, secondo l’Agenzia, occorre prendere provvedimenti abbastanza stringenti. Il rapporto mette  in relazione l’assunzione di bevande che contengono caffeina, taurina, guaranà, ginseng, vitamine e altri componenti, con 257 segnalazioni di eventi indesiderati registrate dal 2008 a oggi. Da un’analisi approfondita, quelli collegabili con certezza agli energy drink sarebbero 25, mentre 54 sarebbero  “molto probabilmente” associabili alle bibite.

 

 

Tra gli eventi registrati, la maggior parte risulta a  carico del cuore e del sistema cardiovascolare (tachicardie, ipertensione, fibrillazioni e pericolosi squilibri del ritmo in soggetti predisposti), con almeno un decesso di una sedicenne e altri due altri casi di morte sospetta di due ragazzi, uno di 16 e uno di 19 anni. Altri effetti indesiderati registrati riguadano l’apparato gastrointestinale e il sistema nervoso (con crisi epilettiche nei malati, insonnia, ipereccitabilità). Non sono mancati altri effetti più lievi e generici, ma sospetti. I dati sembrano dunque confermare che queste bevande non sono innocue e non vanno bene  per tutti, come invece suggerisce le pubblicità.

 

 

Secondo gli esperti dell’Anses, il loro successo nasce proprio da questo, e cioè da un’informazione scorretta: negli gli spot più diffusi infatti, queste bevande fornirebbero energia (nome di fantasia non giustificato da prove, fatto sul quale l’Agenzia chiede di intervenire) e sarebbero simboli di una gioventù che sa stare alla moda. Ma gli stessi giovani considerati il target ideale delle pubblicità non sono mai avvisati dei potenziali rischi come, per esempio, il contenuto di caffeina in una lattina di energy drink . Una lattina da  250 ml  contiene in media la caffeina presente in una tazzina  di caffè espresso (80 mg) o se preferite in due lattine di bevande tipo cola. Questo aspetto può esporre tutti i consumatori a un sovradosaggio di caffeina, e i soggetti predisposti a pericolose anomalie del battito cardiaco.

 

 

120116332 Bere energy bibita
Il 41% assume energy drink prima, durante e dopo l’attività fisica

Ciò che manca del tutto è la consapevolezza dei clienti, che viene dai dati di consumo: in Francia, il 25% degli abituali bevitori  consumatori afferma di bere spesso due lattine (500 ml o più) nella stessa giornata; il 41% di questi associa gli energy drink allo sport (una condizione che può amplificare gli effetti negativi); il 16% li mescola all’alcol, azione che diminuisce la percezione del rischio e che può esaltare gli effetti indesiderati. Solo il 32% dei consumatori li beve saltuariamente, in qualche occasione speciale. Non è tutto: secondo l’Anses, anche se bere  queste bibite è consigliato solo ai maggiorenni, il 18% dei bambini di età compresa tra i 3 e i 10 anni ha bevuto un energy drink nell’anno precedente, mentre a livello europeo il 3% dei bambini e l’8% degli adolescenti si scolano una lattina 4-5 volte alla settimana.

 

 

Ce n’è abbastanza per pensare a qualche provvedimento restrittivo. L’Anses, che come  agenzia scientifica ha solo un potere consultivo, ribadisce l’invito a non far consumare gli energy drink alle donne in gravidanza, ai bambini, agli adolescenti e a tutte le persone con problemi  di tipo cardiovascolare, renale, epatico o neurologico. Infine invita le autorità a rivedere le pubblicità e le confezioni e auspica un approfondimento degli  studi.

 

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Gérard Bapt, senatore e cardiologo, ha chiesto l’introduzione di una tassa specifica di 50 centesimi a lattina

La classe politica francese ha reagito in modo contrastante. Gérard Bapt, cardiologo e senatore, – primo firmatario, un anno fa, di una legge che chiedeva l’introduzione di una tassa specifica di 50 centesimi a lattina per scoraggiare l’acquisto degli energy drink da parte dei più giovani, poi  cassata dalla Corte Costituzionale per mancanza di prove sui supposti danni potenziali – torna all’attacco e annuncia una nuova versione della proposta per il 2014. I numeri ormai ci sono e sono stati forniti dall’Anses, ossia un ente sopra le parti. Il ministro della salute Marisol Touraine è favorevole, mentre il ministro del bilancio Bernard Cazeneuve si è dichiarato contrario ad aggiungere una ulteriore tassa sui consumi, sottolineando che esistono altri modi per scoraggiare l’acquisto.

 

Agnese Codignola

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