mozzarelle di bufalaIl Ministero delle politiche agricole ha dato parere favorevole alla denominazione di origine protetta alla “Mozzarella di Gioia del Colle”, un prodotto tipico delle Murge baresi e tarantine, proposta dall’Associazione “Treccia della Murgia”. La proposta di riconoscimento è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale ed entra così in regime di protezione provvisoria. Se la mozzarella di Gioia del Colle ottenesse il via libera definitivo, sarebbe la seconda Dop per una mozzarella italiana, dopo quella di bufala campana.

La mozzarella di Gioia del Colle è un formaggio a pasta filata ottenuto da latte vaccino e prodotto in alcune zone della Puglia, le province di Bari e Taranto. Per poter ottenere la certificazione di Dop, la mozzarella deve inoltre essere prodotta con il latte di vacche che trascorrono almeno 150 giorni all’anno al pascolo e la cui alimentazione è basata per almeno il 60% da erbe e fieno locale. La mozzarella potrà essere venduta in forma sferica, di nodo e di treccia, in formati da 50 g a 1,1 kg.

La decisione del Ministero non è stata accolta con favore dalla Regione Campania, che vede nella nuova denominazione d’origine una minaccia per la mozzarella di bufala campana Dop. Secondo la regione il problema sta nella parziale omonimia tra i due prodotti. Entrambi si chiamano “Mozzarella”, ma la nuova denominazione non specifica la specie di origine del latte utilizzato. Il timore è che i consumatori possano essere tratti in inganno e confondere i due prodotti. Per questo, la Regione Campania è pronta a dare battaglia.

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Alessia
Alessia
14 Settembre 2017 18:28

Ma stiamo scherzando per far crescere una regione creare danni a l’altra…barzelette italiane cosi svalutano la dop di bufala tra l’altro vedo una prepotenza dalka regione Puglia come se avessero la vittoria in tasca

Alberto
Alberto
15 Settembre 2017 10:43

Perché mai un consumatore dovrebbe essere tratto in inganno dalla denominazione “Mozzarella di Gioia del Colle” e credere che sia fatta con latte di bufala? Tutte queste polemiche da parte della Regione Campania sono solo strumentali e mirano a eliminare un potenziale concorrente DOP.

Invece di essere felici del riconoscimento ufficiale di una specialità tradizionale italiana, ci si combatte stupidamente per interessi commerciali.

A questo mondo dovrebbe esserci posto per tutti, specialmente se si lavora onestamente e con passione per produrre un formaggio buono.

Maurizio
Maurizio
19 Settembre 2017 10:52

Forse i campani non sanno che in tutta Italia e in Europa .. e oserei dire nel mondo, con il termine “mozzarella” senza specificare il tipo di latte, si intende quella di latte vaccino! Ovvero latte di bovina e non di bufala (art. 2.4 del regolamento (CEE) n.1898/87). Quindi, se si dice mozzarella, si parla esclusivamente di quella vaccina, mentre per descrivere quella di bufala si deve necessariamente indicare, appunto, che è stata fabbricata con latte di bufala. La Regione Campania non può accampare diritti sul termine “mozzarella” , perché la loro è esclusivamente “mozzarella di bufala” o “mozzarella di latte di bufala” mentre quella pugliese è “mozzarella”. Anche il Decreto 21 luglio 1998 (GU Serie Generale n.216 del 16-09-1998) lo chiarisce senza ombra di dubbio! 😉

Domenico
Domenico
19 Settembre 2017 11:17

Da dove hai intravisto la prepotenza pugliese? Illuminaci! E poi si tratta di 2 prodotti completamente differenti, l’uno fatta con latte di bufala e l’altra con latte vaccino. L’unica nota effettivamente stonata sta nell’omonimia di una parte della denominazione, come si evince dall’articolo e questo potrebbe essere motivo di scontro fra i 2 consorzi. E infine nn vedo alcun motivo x cui un’altra regione italiana nn possa avere una DOP sulla mozzarella dal momento Ke in tutta Italia quasi tutti i latticini con quelle forme vengono chiamati mozzarella e nn solo la bufala campana

Luca CODELUPPI
19 Settembre 2017 12:42

il solito ottuso stile italico: non rendersi conto di quanto sia importante che ci siano due prodotti con denominazione simile e protetti in giro sul mercato. Il mercato non è a dimensione finita, ma praticamente infinita. I non ancora clienti che leggeranno una volta in più il nome “Mozzarella” saranno invogliati a prenderla in considerazione e a decidersi a provare o l’una o l’altra o tutte e due; questo significa che il mercato andrà ad estendersi, non ad essere diviso: il mercato non è una torta, ma un territorio inesplorato! Più sono gli alleati e maggiore sarà la possibilità di ottenere benefici.

marco
marco
19 Settembre 2017 21:36

ma si …. diamo anche la dOP gorgonzola ad un gorgonzola che è fatto in sicilia …….. cosi all’estero.. territorio inesplorato di consumatori abituati all’italian sounding sapranno di sicuro riscontrare le differenze quando andranno a scegliere ……… magari ne proveranno una dopo aver assaggiato l’altra in italia e penseranno … “me la ricordavo diversa” ………
l’unione fa la forza quando si lavora insieme ..non quando si usano stratagemmi per entrare in un mercato utilizzando il “sounding” e togliere fette di mercato ad altri

Rossella
Rossella
21 Settembre 2017 18:22

Non vedo come i consumatori possano essere “tratti in inganno”… Da cosa? Ottenere una DOP non è così semplice ed immediato…. E basta un attimino informarsi sul reale significato di tale certificazione di qualità. Si ha così poca fiducia nel consumatore? La realtà dimostra che c’è sempre più attenzione nei confronti dell’enogastronomia ed i prodotti tipici…. Sarebbe come dire che si teme che tutti i formaggi DOP possano essere confusi gli uni con gli altri….Ma stiamo scherzando? Ogni prodotto certificato ha caratteristiche uniche, ed il consumatore attento sa ben distinguere.

Andrea Ricci
Andrea Ricci
26 Settembre 2017 17:04

Per questa prepotenza e tracotanza della Regione Campania mi viene voglia di boicottare la mozzarella di bufala campana! Comprero’ invece quella di bufala laziale e quella bovina di Gioia del Colle!