Nella seduta di giovedì 22 marzo si è conclusa la votazione dei 208 ordini del giorno (10 sono stati dichiarati inammissibili) riferiti al  decreto liberalizzazioni (ddl C. 5025 Conversione del decreto legge 1/2012). Il decreto è così diventato legge, e sarà presto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Quali sono le novità per gli operatori della filiera agro-alimentare e per i consumatori?

Ilfattoalimentare ha  ampiamente trattato i problemi che hannno condotto all’introduzione  dell’articolo 62 del decreto, che definisce termini inderogabili di pagamento per i prodotti agricoli (30 giorni) e quelli alimentari (30 giorni i deperibili, 60 giorni tutti gli altri). Il testo inoltre introduce gravosi interessi di mora, da applicare in via automatica a partire dal giorno successivo al termine legale di pagamento. Vieta un’ampia serie di pratiche commerciali inique nei rapporti commerciali tra gli operatori.

Abbiamo pure illustrato le modifiche introdotte al Senato  in fase di conversione del decreto-legge: il termine per i pagamenti non decorre dalla consegna o fattura bensi dalla fine mese del giorno di ricevimento fattura, i ministri dell’Agricoltura e dello Sviluppo economico entro tre mesi dalla pubblicazione della legge definiscono con decreto le modalità applicative, le norme stabilite nell’articolo 62 sono applicabili dopo sette mesi dalla pubblicazione della legge. Tutte buone notizie, all’insegna della correttezza dei rapporti all’interno della filiera.

Ma c’è un’altra novità importante il testo introduce una nuova forma di finanziamento per ‘Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM),  meglio conosciuta con il nome di Antitrust. Nel corso degli ultimi anni l’AGCM ha dimostrato  particolare attenzione verso la tutela del consumatore rispetto alle pratiche commerciali scorrette e  questo impegno deve proseguire.

La carenza di risorse dell’Autorità rischiava di comprometterne il funzionamento, anche in ragione delle nuove competenze attribuite dal nuovo decreto: pareri su regolamenti governativi, schemi di delibere-quadro deglienti locali, clausole vessatorie, servizi di gestione automatizzata dei pagamenti, etc. Oltre alla vigilanza sull’applicazione delle nuove disposizioni sulla filiera agro-alimentare.

La soluzione è stata individuata con l’articolo 5-bis dove si dice che le società di capitale con ricavi totali superiori a € 50 milioni contribuiranno al funzionamento dell’Autorità, in misura dello 0,08 per mille del fatturato sulla base dell’ultimo bilancio approvato.

Un’ultima nota positiva: l’articolo 5-ter attribuisce all’Antitrust il compito di segnalare al Parlamento le riforme legislative necessarie a promuovere principi etici nei comportamenti aziendali ed elaborare un sistema di “rating della legalità”, per le imprese che operano sul territorio nazionale, che varrà anche ai fini  della concessione di finanziamenti pubblici.

Dario Dongo, in collaborazione con Bruno Nobile