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L’Oms chiede di monitorare le pubblicità di cibo spazzatura rivolte ai bambini

L’Ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che riunisce 53 paesi, ha chiesto agli Stati di monitorare le pubblicità alimentari rivolte ai bambini e diffuse attraverso la tv e Internet, al fine di combattere il marketing di cibo spazzatura e combattere in tal modo la piaga dell’obesità e del sovrappeso infantile e delle malattie correlate. A questo scopo, l’Oms ha pubblicato delle linee guida, delineando un approccio comune per il monitoraggio della situazione nei vari paesi, favorendo la comparabilità dei dati sulle tecniche di persuasione utilizzate e sulla quantità totale di operazioni commerciali a cui i bambini sono esposti.

L’Oms Europa osserva che sinora i dati sul marketing di alimenti e bevande ricchi di zucchero, sale e grassi, provengono essenzialmente dai paesi ad alto reddito di lingua inglese, mentre è necessario che informazioni siano fornite anche da altri paesi, per favorire il processo di elaborazione di politiche nazionali e disporre di un quadro globale più rappresentativo delle attività del marketing alimentare. Secondo l’Oms, la raccolta dei dati può essere fatta manualmente da ricercatori laureati, senza ricorrere a società commerciali, contenendo così i costi del monitoraggio.

Il metodo di raccolta dei dati indicato dall’Oms si basa su quello adottato da studi precedenti. Per la televisione, vanno monitorati per quattro giorni la settimana, compreso il week-end, i cinque canali maggiormente visti da bambini e adolescenti al di sotto dei 16 anni tra le sei del mattino e le dieci di sera. Per Internet, il suggerimento è di acquisire da società di mercato i dati di utilizzo e valutare i siti più popolari, guardando ogni pagina di ciascun sito, compresi i giochi. I dati così raccolti vanno codificati secondo alcune categorie, riguardanti durata e natura di ogni inserzione pubblicitaria, così come l’utilizzo di personaggi di cartoon e indicazioni sulla salute. I prodotti pubblicizzati vanno quindi analizzati in base al modello di profilo nutrizionale dell’Oms.

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Diego
Diego
5 Maggio 2017 12:10

Vero, giusto e buono. Però ricordiamoci che:
1. i prodotti non vanno direttamente dalla pubblicità allo stomaco del bambino!
2. se sono nocivi tout court vanno vietati e non solamente limitati nella pubblicità.
Lo Stato non può sostituire genitori, famiglia e scuola.