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Non sentiamoci in colpa se non si resiste alla tentazione, altrimenti ingrassiamo di più

Il cibo è associato a sentimenti ambivalenti: piacere per i sensi, condivisione con gli amici, ma anche preoccupazione per la propria linea e per la salute. Sarebbe bene prestare attenzione al senso di colpa, che ha il potenziale per motivare un cambiamento di comportamento, ma può anche indurre a un senso di impotenza e quindi alla perdita di controllo.

 

Per questo motivo, se si sta seguendo una dieta e si cede alla tentazione, magari di mangiare una fetta di torta al cioccolato, è meglio farlo gustandosi questa trasgressione: va considerata come se fosse una celebrazione, una ricompensa. Il senso di colpa può minare la fiducia in se stessi e nella propria capacità di rientrare nelle linee guida della dieta. Insomma, il modo in cui percepiamo il cibo è importante quanto il conteggio delle calorie.

 

Questo è il risultato ottenuto da una ricerca condotta da due psicologhe dell’Università neozelandese di Canterbury, Roeline Kuijer e Jessica Boyce, pubblicata dalla rivista Appetite, che hanno seguito per un anno e mezzo trecento persone, tra i 18 e gli 86 anni. “Il piacere e il godimento del cibo sono essenziali per la salute e il benessere delle persone, e dovrebbero ricevere più attenzione di quanta ne abbiano avuta in passato”, sostengono le due ricercatrici.

 

Beniamino Bonardi

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