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Dire no ai trattamenti illeciti vuol dire salvaguardare anche il buon nome e la qualità della carne bovina italiana

La relazione conclude dicendo: “Dall’attività di controllo svolta dalle 18 Regioni aderenti al piano, emerge che il superamento della soglia di positività fissata coinvolge rispettivamente tre regioni nel caso dei tireostatici, sei regioni nel caso degli steroidi sessuali e 15 regioni nel caso dei corticosteroidi”.

L’ultima nota riguarda la costante crescita delle positività negli ultimi cinque anni per quanto riguarda i corticosteroidi. L’incremento di cinque volte è notevole ma è probabilmente dovuto al progressivo miglioramento del sistema di monitoraggio. Questo concetto è importante, ma vuol dire che quasi il 15% dei capi presenti negli allevamenti italiani ha subito trattamenti illeciti negli ultimi 5 anni, anche se probabilmente il sistema va avanti da sempre e non è mai stato interrotto.

 

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Gli esperti dell’Efsa citano due studi secondo i quali anomalie istologiche sarebbero imputabili a trattamenti con anabolizzanti

Questi controlli devono proseguire e i risultati vanno comunicati al grande pubblico solo così si potrà moralizzare il mercato. Occorre inoltre denunciare le aziende agricole abituate ad usare trattamenti illeciti visto che nella stragrande maggioranza dei casi non vengono “pizzicate”. Solo in questo modo si valorizza il lavoro degli allevatori onesti che, avendo in fase di macellazione rese inferiori, subiscono la concorrenza sleale degli allevatori furbi. Dire no ai trattamenti illeciti salvaguarda anche il buon nome e a qualità della carne made in Italy.

 

Per rendersi conto di quanto sia diffuso il fenomeno della somministrazione fraudolenta di farmaci vietati, basta dire che la catena di supermercati Coop da molti anni adotta un sistema di controllo che oltre al controllo istologico sui capi prevede il prelievo di sangue e urine nella stalla e in alcuni casi anche al macello per un totale di oltre 1.000 ispezioni e 66.000 analisi.

In questo filmato andato in onda nella puntata di Ballarò del 10 giugno 2014,  Giovanni Floris presenta un  servizio sugli anabolizzanti  utilizzati negli allevamenti bovini , con le interviste agli esperti dell’istituto Zooprofilattico  sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta che hanno raccolto e pubblicato i risultati delle analisi effettuate in 18 regioni. In coda l’intervista a Il Fatto Alimentare sull’epidemia causata dai frutti di bosco surgelati .

 

Roberto La Pira

© Riproduzione riservata

Foto: Thinkstockphotos.it, iStockphoto.com

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Paoblog
12 Giugno 2014 11:57

Visto il susseguirsi di notizie circa frodi alimentari e via dicendo, sono molti quelli a cui non interessa ” salvaguardare anche il buon nome e a qualità” dei prodotti made in Italy, cosa questa che forse paga sul breve periodo, ma che di fatto colpisce duramente chi lavora onestamente, con qualità e confrontandosi con il consumatore, perchè la Qualità, se abbinata alla Trasparenza, paga ancor di più.
Vedi: http://paoblog.net/2013/07/19/consumatori-174/
*
D’altro canto la qualità alimentare ed il turismo potrebbero farci vivere di rendita eppure frodi alimentari da una parte e solite furbate con turisti spennati dall’altra, sembriamo un paese di tafazzi, tutti a darsi martellate sui …..

Giovanni
Giovanni
Reply to  Paoblog
16 Giugno 2014 15:17

Sono d’accordo con Paoblog. E’ comunque vero che una parte di carni prodotte in Italia proviene da animali trattati in modo fraudolento, però voglio dire che anche le carni provenienti da altri paesi non sono immuni da trattamenti illeciti. Pertanto, sono parzialmente tranquillo circa la qualità della carne nazionale, non lo sono affatto sulla qualità delle carni di provenienza da altri paesi, Ce ed extra Ce in particolare. Qualità alimentare e paesaggistica su questo dovremmo veramente riflettere.