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I 7 grammi di caffé necessari per un buon espresso costano da 0,05 a 0,15 €, come si arriva a 1,20 € ?

A Genova scatterà nei prossimi giorni l’aumento a 1,20 euro del prezzo del caffè al bar. Non sarà l’unica città dove si registreranno incrementi, anche se sono in realtà indicazioni di carattere generale, poiché la normativa vieta l’imposizione di prezzi fissi per i prodotti alimentari.

 

Si tratta di un aumento giustificato? Difficile rispondere. Dopo un rialzo eccessivo nel biennio 2011-2012, quest’anno il prezzo del caffè arabica è sceso al minimo storico degli ultimi 13 anni. Il dettaglio in realtà non è così importante, visto che i 7 grammi necessari per un buon espresso incidono poco sullo scontrino. La spesa sostenuta dal bar è variabile: si parte da 0,05 euro per una miscela mediocre, si raddoppia per un prodotto standard a base di robusta e arabica, e si sfiora il triplo se i chicchi sono di arabica pregiata (vedi tabella).

 

L’aspetto paradossale è che il cliente ha pochi strumenti per scegliere il bar che propone un buon caffè: alcuni si affidano all’insegna, altri al gusto. Secondo gli esperti, un caffè di media qualità a base di miscela robusta ha un aroma blando, un sapore amaro astringente e forma una schiuma di colore marrone con bollicine ampie. Se la miscela è pregiata, la crema si presenta di colore nocciola con sfumature testa di moro e, anche dopo l’aggiunta dello zucchero, la schiuma persiste. La qualità dei chicchi dipende anche da altri fattori come il paese di provenienza, il calibro, il sistema di raccolta e di lavorazione, la conservazione e l’assenza di difetti (bucce e piccole pietre, oppure chicchi immaturi, neri o fermentati). La situazione è quindi un po’ confusa visto che nel capoluogo ligure si potrà pagare 1,20 euro per un ottimo espresso in un bar del centro, oppure la stessa cifra per una mediocre tazzina in un locale di periferia.

 

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Il bar, per ogni caffè servito, incassa da 0,47 a 0,72 euro, dipende dalla zona e dal tipo di locale

Facendo i conti e considerando gli altri ingredienti (zucchero e latte), l’energia, l’ammortamento macchinari, il personale e le spese di gestione, l’esercente incassa per ogni caffè da 0,47 a 0,72 euro. Si tratta di un importo fondamentale per molti bar: la crisi ha infatti ridotto i consumi nei pubblici esercizi, ma l’espresso continua a essere richiesto, diventando un elemento decisivo per far quadrare il bilancio. Forse per questo motivo i gestori vogliono alzare il prezzo di un “vizio” irrinunciabile per gli italiani, anche senza un reale incremento dei costi.

 

Roberto La Pira

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(articolo pubblicato anche sul settimanale Oggi)

©Riproduzione riservata

Foto: Photos.com

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Valter63
Valter63
17 Dicembre 2013 10:10

Certo per molti Italiani è quasi un vizio irrinunciabile…ma occhio a non tirare troppo la corda, il caffè ad 1,20 euro mi pare eccessivo, c’è pur sempre la vecchia e cara moka in aguato.
Saluti a tutti.

Alessandro
Alessandro
Reply to  Valter63
17 Dicembre 2013 10:30

Più che la moka, per chi è abituato al bar, ci sono le cialde in agguato.

angelo41
angelo41
Reply to  Alessandro
20 Dicembre 2013 09:23

Ci sono pure le caffettiere portatili, con cialde, da usare durante i viaggi.

Paoblog
17 Dicembre 2013 15:46

Vi giro la risposta di un esperto del settore, molto competente, al quale ho fatto leggere l’articolo.
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“Bisognerebbe rispondere che il caffè in lire costava 1700 ( € 0,88 ) e che la tazzina non può avere un prezzo uguale dappertutto, come è’ stato già descritto.
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Inoltre in questi anni l’aumento sconsiderato dei costi oltre all’iva ha fatto si che il margine si sia ridotto in modo considerevole.
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Per i bar la tazzina deve coprire tutto l’apparato… Affitti, personale, rifiuti, tasse etc
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Quindi vendere la tazzina ad 1€ dopo 13 anni con un aumento dello 0,12% e’ un regalo che nessuno ha capito.
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Aggiungo che il biglietto del tram con l’avvento dell’euro si è raddoppiato in un colpo solo (parlando di Milano). Così come tutto quello che è comunale e pubblico

Paoblog
17 Dicembre 2013 15:52

credo che nell’articolo sia necessario evidenziare che il margine è lordo…

per cui pagaci le tasse e via dicendo, resta in mano pochino. Pensiamo poi a chi consuma al tavolino e magari lo tiene impegnato 30 minuti per bere un caffè e leggersi pure il giornale…

per esperienza personale, in ambito produttivo (seppur non alimentare), so che non è sufficiente fare “tanto costa, a tanto lo vendo e tanto è il margine”.

le variabili in gioco sono parecchie.

Alessandro
Alessandro
Reply to  Paoblog
17 Dicembre 2013 17:42

E in ogni caso se la gente continuerà comunque a consumare l’espresso del bar, avranno avuto ragione ad aumentarlo…

Antonello Casagni
Antonello Casagni
17 Dicembre 2013 19:47

Sarà anche vero ciò che dite, però in Sicilia il prezzo abituale per una tazzina di caffè è 0,80. Solo alcuni bar lo fanno pagare 0,90, mentre ad un euro si trova soltanto in autogrill e alcuni bar centrali in zone turistiche. Prima dell’avvento dell’euro il costo era di 1.200 lire

angelo41
angelo41
Reply to  Antonello Casagni
20 Dicembre 2013 09:20

Ricordo che, negli anni ’80, un ottimo espresso si gustava alla “tazza d’oro” di Roma a 50 lire.
Incredibile.

alex
alex
19 Dicembre 2013 21:02

A questo prezzo meglio farselo a casa,considerando che a volte a un costo così alto non corrisponde sempre un buon caffè

Ciro
Ciro
22 Dicembre 2013 15:55

Il caffè ante euro non costava 1.700 lire ma 1.000 lire, documentabili. quindi l’esperto si rifaccia i conti sull’aumento. Ricordo anche a distanza di un meno di un anno uno era già salito a 0,80 / 0,90 €. Oggi esercizi che conosco pagano un Kg. di caffè circa 22,00 € compreso di fornitura macchina, depuratore, macina caffè e lavatazzine (quindi comprende già una una parte dei costi così detti di gestione). Con questo non voglio fare nessuna valutazione sui margini su una tazzina di caffè ma almeno non si facciano affermazioni che sono offensive per il buon senso di chi comunque continua a consumare l’espresso, molte volte pessimo e mal servito. Il corrispettivo pagato invece è sempre buono al 100%.

Nicolò
Nicolò
25 Dicembre 2013 20:26

Quando aumentarono l’iva al 22% il bar in cui prendevo solitamente il caffè aumentò in una sola notte da 90cent ad 1 euro!
I 10cent erano ben poca cosa dato che li lasciavo sempre di mancia sul bancone ma la cosa mi aveva comunque infastidito.
Ho cambiato bar, ne ho trovato uno che lo vende a 90cent e fa un ottimo caffè.
Se tutti facessero come me potremo bloccare queste assurde speculazioni sul nascere.
D’altronde è grazie al menefreghismo generale che i quotidiano nel 2001 passarono da 60cent a 77 e poi ad 1 euro (in pochi mesi). Le pizzette/zucchero filato, ecc da 50cent a 1euro in 1 settimana!
Il caffè ad € 1,20 significherebbe spendere ben € 144 euro all’anno in più (2 caffè al giorno), una grave speculazione che dovrebbe essere punita cambiando bar (dove si trova ancora ad 1euro) oppure a casa propria con la macchinetta a cialde (30cent per caffè)!

angelo41
angelo41
Reply to  Nicolò
26 Dicembre 2013 21:47

Concordo. Si dovrebbe fare così anche con la benzina. Se nessuno fa rifornimento al prezzo più alto, il benzinaio è costretto ad abbassarlo, e così di seguito il prezzo della benzina si resetta su valori bassi, ma è come parlare al vento, perché si fa spallucce e si va al solito posto.
Qui, a Roma, l’altro giorno ho pagato un ottimo caffè, in un bar di periferia, a 80 centesimi.