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riso arsenico inorganico
I nuovi limiti entreranno in vigore dal 1 gennaio 2016

La Commissione Europea ha approvato i nuovi limiti massimi relativi all’arsenico inorganico nel riso e nei derivati, che entreranno in vigore il 1 gennaio 2016. Il riso è naturalmente esposto a questo elemento presente in traccia nei chicchi a causa del metodo di coltivazione, come avevamo spiegato qualche settimana fa. Su questo argomento esiste  una valutazione dell’Efsa del 2009 in cui si dice che l’assunzione eccessiva di arsenico a lungo andare può portare a lesioni della pelle e ad altre patologie.

Il nuovo regolamento europeo stabilisce quindi per la prima volta dei limiti per proteggere i consumatori: 0,20 e 0,25 mg/kg, rispettivamente, nel riso e nel riso parboiled o integrale, 0.30 mg/kg per la biscotteria a base di riso, mentre una speciale precauzione è riservata al riso destinato ai prodotti per l’infanzia: il tenore massimo ammesso è di 0.10 mg/kg, meno della metà rispetto alle altre categorie di riso.

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Sono in corso studi sui metodi di coltivazione che permettono di ridurre l’assorbimento di arsenico inorganico da parte del cereale

Nella nostra cultura questo cereale non costituisce la base dell’alimentazione per la maggioranza della popolazione; tuttavia, esiste una parte di consumatori che fanno un uso frequente di pietanze a base di riso e di prodotti derivati come gallette, latte e cracker. Il Regolamento europeo mira a proteggere queste “nicchie” potenzialmente più esposte, in particolar modo i bambini. “Con i nuovi limiti, occorrerà rivedere la destinazione di parte del riso attualmente utilizzato nell’industria alimentare – ha spiegato Francesco Cubadda, ricercatore Iss – tuttavia, sono in corso studi sui metodi di coltivazione che permettono di ridurre l’assorbimento di arsenico da parte del cereale: questi studi riceveranno un ulteriore impulso proprio in virtù della  necessità di rispettare i nuovi limiti europei.” I produttori dovranno porre una maggiore attenzione al problema. “Per la prima volta una norma europea – prosegue Cubadda – impone di sorvegliare e ridurre la presenza di arsenico inorganico presente in traccia focalizzando l’attenzione sulla forma più tossica, in un alimento in cui può maggiormente concentrarsi: è un grande passo avanti nel campo della sicurezza alimentare.” Nessun problema invece si pone per l’arsenico nella forma organica.

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