Integratori a base di DMAA sequestrati nel 2012 dalle autorità italiane

 La Food & Drug Administration l’11 aprile ha ribadito il  parere negativo sulla presenza di dimetilamilamina (DMAA) in alcuni integratori usati dagli sportivi per perdere peso e  migliorare le performance. Si tratta di  un principio attivo  spacciato fraudolentemente come un componente naturale del geranio. La notizia del definitivo no della FDA è circolata prima sul web e poi è stata ripresa  il 23 aprile dall’Ansa, scatenando una piccola tempesta mediatica. Il motivo di tanta agitazione è che pochi sapevano  della decisione italiana adottata tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, di inserire il DMAA tra le sostanze vietate dalla normativa anti-doping. A questa decisione erano seguite azioni di sequestro da parte dei NAS.

 

Il Ministero della salute aveva rivelato la frode in Italia dove la sostanza veniva camuffata come olio di geranio, utilizzando addirittura la dicitura scientifica richiesta dalla legge, Pelargonium graveolens. Il tema era stato trattato anche da Striscia la Notizia, ma soprattutto da Il Fatto Alimentare con numerosi articoli che segnalavano l’anomalia e il pericolo per gli sportivi.  La svolta per il DMAA si registra  solo nell’estate 2012, dopo  la decisione della Food & Drug Administration di lanciare  il primo allarme. A quel punto i Paesi europei vietano i prodotti con DMAA, lanciano comunicati ed intervengono sul mercato ( Danimarca e Regno Unito si erano mossi prima).

 

Gli integratori con DMAA sono venduti via internet da siti localizzati in Potogallo e in Slovenia

Il nostro Ministero della salute due giorni fa, dopo il comunicato dell’Ansa, ha chiarito la situazione dicendo che da noi non sono commercializzati integratori con DMAA dal 2012. Pur essendo stata l’Italia tra i primi Paesi ad adottare provvedimenti  per tutelare i consumatori, il Ministero non ha comunicato in modo adeguato la notizia e si è trovato in questi giorni a  dover reagire ad un disinformato eco mediatico che ipotizzava rischi  per i prodotti in vendita. Purtroppo questi  integratori si possono ancora acquistare via internet e il fatturato delle imprese residenti in Portogallo e  in Slovenia viene equiparato a quello di tutte le aziende italiane che operano legalmente.

Luca Bucchini

 

 

 

 

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Diego
Diego
26 Aprile 2013 23:36

Io ho letto la notizia originale dell’Ansa e ne ho anche stampato una copia( non è la prima volta che pubblica e poi toglie).Il giorno dopo era scomparsa dal sito e se si cerca compare una nota con scritto CEST.Non era precisamente come la vostra anzi,quello che ha scritto l’Ansa e un articolo che scatenava panico e paura.Parlava di infarto,ipertensione ecc ecc.Alla fine addirittura c’è una intervista con un medico il quale dichiare che in Italia la procedura per gli integratori è blanda ed è per questo che gira roba pericolosa.Forse il motivo della scomparsa dell’articolo era proprio questo,e qualcuno si è accorto.Ma nel frattempo chi ha letto e usa integratori?

Giorgio
Giorgio
29 Aprile 2013 16:11

Gentile redazione,
interessante articolo. Vorrei solo chiedervi se poteste migliorare un unico punto che può dare adito a confusione: avendo lavorato su oli essenziali durante il percorso universitario, vi chiederei solo di chiarire che geraniolo (dimetil-octadienolo) e DMAA sono due composti differenti e non lo stesso composto.Il primo è usato principalmente per le sue note aromatiche ed è presente naturalmente in percentuali assai variabili a seconda dell’origine in moltissimi frutti o piante aromatiche utilizzate comunque in cucina e su cui non vi è nessun limite di utilizzo da parte di EFSA o degli enti nazionali preposti.
Dalla lettura dell’articolo emerge invece che DMAA e geraniolo (presente solo nel titolo) abbiamo la medesima composizione chimica.

Luigi Ferrigno
Luigi Ferrigno
2 Maggio 2013 09:38

Gentilmente potreste spiegare cosa provoca alla salute umana questa sostanza? E’ vero inoltre che può portare ad infarto?
Grazie