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Il Ministero della salute ha autorizzato l’acqua ossigenata come “coadiuvante” per lo sbiancamento dei molluschi

Pochi mesi fa il Ministero della salute ha espresso parere favorevole sull’utilizzo di acqua ossigenata come coadiuvante tecnologico da impiegare per sbiancare i molluschi. Per gli esperti del Ministero si tratta di un impiego sicuro che non comporta rischi per la salute. Il problema è che l’uso dell’acqua ossigenata come additivo è vietato in tutta Europa non essendo incluso tra gli additivi autorizzati. A questo punto resta l’interrogativo sulla liceità dell’uso come coadiuvante alimentare per sbiancare carne, filetti di pesce e molluschi. Per la precisione va detto che l’effetto è solo superficiale, visto che il trattamento non blocca i processi degradativi in atto all’interno del prodotto. Per questo motivo, l’acqua ossigenata viene impiegata in maniera fraudolenta, per migliorare l’aspetto estetico dei filetti di pesce quando non proprio freschissimi. Un altro inconveniente è che il perossido di idrogeno può favorire la produzione di istamina nei pesci (non nei molluschi) e questo aspetto rappresenta un pericolo per i soggetti allergici. Alla luce delle considerazioni di natura salutistica il Ministero della salute nel mese di marzo ne aveva autorizzato solo per sbiancare i molluschi.

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La Commissione ha ribadito che l’acqua ossigenata è un additivo vietato

L’europarlamentare Renata Briano (PD-PSOE) ha voluto vederci chiaro e ha inviato un’interrogazione alla Commissione europea. Bruxelles ha risposto, dicendo che la prassi di impiegare l’acqua ossigenata per sbiancare i molluschi è una pratica vietata in Europa e pertanto verranno chieste spiegazioni all’Italia sulla decisione adottata nel mese di marzo 21016.

«Si tratta di una risposta solo apparentemente positiva – precisa Valentina Tepedino veterinario e direttore di Eurofishmarket a Il Fatto Alimentare.- Bruxelles nel documento dice chiaramente che l’acqua ossigenata non può essere usata come additivo alimentare. Peccato che l’interrogazione chiedesse un parere sull’impiego dell’acqua ossigenata come coadiuvante tecnologico. La differenza sembra di poco conto, ma non lo è affatto. Un additivo alimentare deve essere riportato in etichetta, un coadiuvante no. In questo modo il consumatore non può sapere, se il polpo o il calamaro acquistato al supermercato o in pescheria è stato sbiancato».

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La risposta della Commissione Europea lascia aperti molti dubbi

Anche in Spagna il perossido di idrogeno viene utilizzato per trattare i molluschi, ma non è chiaro se venga usato come additivo o coadiuvante. Eurofishmarket aveva lanciato una petizione su Change.org (di cui avevamo già parlato qui) per chiedere che i molluschi trattati con acqua ossigenata siano distinguibili da quelli non trattati con un’indicazione in etichetta. Un’iniziativa nata nono solo nel nome della trasparenza, ma anche per fermare la concorrenza sleale nei confronti delle aziende che scelgono metodi naturali di produzione.

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Riccardo
Riccardo
15 Giugno 2016 19:34

Perché sbiancare una prelibatezza che è bella così.I totani per esempio li compro dal pescatore e sono belli nella loro veste naturale che insaporisce il piatto. Quelli bianchi …orrore.

Anna
Anna
16 Giugno 2016 12:07

IO vorrei che non fosse usato in nessun modo. A parte l’ovvio utilizzo fraudolento per far sembrare più freschi molluschi che tanto freschi non lo sono più, ma pserché cambiare l’estetica? Se i molluschi non sono color bianco candido non lo sono e basta! Perché dovrei volervi vedere bianchi?

Stever
Stever
16 Giugno 2016 16:13

tra l’altro immagino che i colori naturali dei cefalopodi & co siano anche una fonte di pigmenti salutari. Io quando pesco un polpo e lo faccio bollire, l’acqua rossa (non salata) di cottura la bevo (3-4 bicchieri) … buona e mi mette a posto lo stomaco

roberto pinton
roberto pinton
17 Giugno 2016 18:55

Il dubbio sulla classificazione che ho io è diverso.
Il reg 1333/2008 indica che “È vietato immettere sul mercato additivi alimentari o alimenti nei quali siano presenti tali additivi alimentari se l’impiego degli additivi alimentari non è conforme al presente regolamento”: dato che lo stesso regolamento non prevede l’acqua ossigenata tra gli additivo, di sicuro non è un additivo.

Ma non pare manco un coadiuvante tecnologico, che è classificato come sostanza non consumata in quanto tali come alimento, ma utilizzata intenzionalmente nella fabbricazione di alimenti, che sussiste soltanto come residui e non ha alcun effetto tecnologico nel prodotto finale.
Infatti , quando sta “frizzando”, l’acqua ossigenata si scinde in acqua e ossigeno e sul prodotto finito non lascia affatto residui…

Quel che è sicuro è che la nota del Ministero della Salute che ha autorizzato su basi legali molto traballanti una pratica sino allora fraudolenta non è per niente a vantaggio dei consumatori.

umberto
umberto
21 Giugno 2016 00:05

MA COME ABBIAMO DA RIDIRE SUL POLLO CON IL CLORO E POI NOI UTILIZZIAMO L ACQUA OSSIGENATA PER SBIANCARE I MOLLUSCHI?
MANCANA ASSOLUTA DI COERENZA E SERIETA’,ALMENO STESSERO ZITTI

ezio
ezio
21 Giugno 2016 15:58

Non mi sembra ci siano dubbi che non sia un additivo, ma un coadiuvante tecnologico attivo sulle strutture molecolari esterne.
Uccide per distruzione della parete cellulare esterna dei batteri, ossida e denatura le strutture con cui viene a contatto, autodegradandosi a sua volta.
E’ lo stesso principio sfruttato per sterilizzare le pareti interne a contatto degli alimenti del Tetra Pak, senza lasciare traccia.
Ma l’azione diretta sull’alimento non è la stessa cosa ed infatti ne è vietato l’uso, per il residuo denaturato di cibo che produce e che non è più lo stesso dell’alimento in origine.
Poi se vogliamo ammettere che è meglio mangiare un totano risanato, piuttosto che contaminato e ricoperto da carica microbica tossica, ci può anche stare, ma l’uso del perossido d’idrogeno solo per sbiancare è una stupidaggine organolettica, che accontenta solo chi non sa gustare col palato, ma si accontenta di mangiare con gli occhi.
Infine, solo per il fatto che la sbiancatura è un’alibi per recuperare pesce vecchio e potenzialmente avariato, non ci sono valide ragioni razionali e sanitarie per consentirne l’uso.