acqua
Un lettore ha trovato alcuni residui nell’acqua minerale Nestlé Vera Naturae.

Gentile Redazione,

vi scrivo per segnalare il rinvenimento di numerosi residui trasparenti,  presumibilmente vetro, nella bottiglie in pet da due litri di acqua minerale naturale Vera, lotto numero 6162842201 scadenza 06/2017, bar code 8 005200  106561. L’anomalia è stata segnalata il giorno nove novembre al servizio consumatori di Nestlè-San Pellegrino tramite il portale dedicato. Allego foto del prodotto.

Leonardo


acqua minerale
I residui trasparenti sono un effetto della composizione dell’acqua, presenti a causa di scuotimento o sbalzi termici

Risponde Sanpellegrino

L’azienda ha fornito lo scorso 11 novembre una risposta al consumatore, rassicurandolo sulla qualità e sicurezza dell’acqua minerale Nestlé Vera Naturae. È innanzitutto importante precisare che i “residui trasparenti” segnalati dal consumatore non erano dei vetri, bensì un effetto naturale della peculiare composizione organolettica di Nestlé Vera Naturae per la quale quest’acqua viene classificata come una bicarbonato-calcica oligominerale di ottima qualità.

Proveniente dall’omonima concessione mineraria nel Comune di Castrocielo (FR), Nestlé Vera Naturae sgorga incontaminata dopo un profondo percorso in roccia carbonatica che ne determina le specifiche caratteristiche: queste possono comportare, in alcuni casi e in determinate condizioni (sbalzi termici, scuotimento), alla formazione di precipitato di carbonato di calcio sotto forma di cristalli. Si tratta di un fenomeno naturale e le analisi del Dipartimento di Chimica dell’Università di Pavia (in allegato) confermano che questi cristalli sono costituiti semplicemente da carbonato di calcio.

L’acqua, inoltre, viene infatti imbottigliata direttamente alla fonte attraverso impianti di ultima generazione che consentono l’integrità del prodotto e delle sue caratteristiche naturali. Successivamente è sottoposta a numerosi e ripetuti controlli effettuati sia internamente sia dalle Autorità Sanitarie, che ne garantiscono la protezione igienico – sanitaria lungo tutto il processo produttivo. Nestlé Vera Naturae mantiene quindi la propria purezza microbiologica e la sua sicurezza per la salute è garantita. Nel rispetto degli elevati standard qualitativi di tutti i nostri prodotti, il Gruppo Sanpellegrino ha comunque già avviato le procedure necessarie per risolvere questa situazione ed evitare la formazione del precipitato.
Gruppo Sanpellegrino – Nestlé Waters

Premesso che la presenza di sali minerali sul fondo di una bottiglia non pone nessun problema sanitario, va però detto che i sali minerali precipitano quando l’acqua è sottoposta ad una forte fonte di calore e questa ipotesi risulta difficile da pensare per un’acqua minerale imbottigliata alla fonte. In ogni caso un filtro banale, che sicuramente esiste negli impianti,  dovrebbe risolvere il problema.

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Agata
Agata
16 Novembre 2016 13:24

Composizione organolettica ??? ahah

Matteo
Matteo
Reply to  Agata
16 Novembre 2016 19:46

Signora Agata, in realtà si intende la composizione chimica.

Agata
Agata
Reply to  Agata
17 Novembre 2016 13:12

Eh già signor Matteo, l’ironia…

Brioschi Fabrizio
Brioschi Fabrizio
20 Novembre 2016 10:06

Certo che classificare “oligominerale” un’acqua che da luogo a precipitati di Carbonato di CaCO3 , volgarmente detto “calcare”… Meglio sarebbe dire quanti “gradi francesi” di “durezza” vanta questa acqua!
Tra non molto vedremo in commercio acqua bidistillata cui aggiungere a piacere una bustina tipo vecchia “Idrolitina” per ottenere la “mineralità” voluta!
FB

Agata
Agata
Reply to  Brioschi Fabrizio
20 Novembre 2016 22:23

è vero, però il limite per definirla oligominerale è 500 mg/l di residuo fisso a cui è molto vicina.
Certo non centra nulla con una da 80 mg/l anche se hanno la stessa denominazione, ma il consumatore medio è poco informato al riguardo, dice che non beve quella del rubinetto per il calcare (anche se ha 20 gradi) e poi prende tranquillamente quest’acqua. Ma mi accorgo che è un altro discorso, e certo queste classificazioni non aiutano

marco
marco
21 Novembre 2016 12:56

sarebbe interessante poter verificare quando eventetuakle “sbalzo termico” o la sottoposizione dell’acqua alla “fonte di calore” siano avvenuti
si spera……non dopo il confezionamento nelle bottiglie di plastica ….. sappiamo bene cosa succede alla “plastica” in tali casi ……..
non riesco però ad immaginare invece un momento di “esposizione” avvenuto….precedentemente ….. purtroppo!!

Alessio
Alessio
26 Novembre 2016 11:45

Una piccolissima osservazione, non tanto alla società San Pellegrino Spa che ha descritto le possibili cause in base anche alla proprie esperienze, quanto al Direttore ed al Professore dell’Università: nel leggere la relazione tecnica allegata, ho percepito (è una mia sensazione), una certa enfasi, un certo entusiasmo.
Riporto sinteticamente solo alcuni tre esempi:
1. “(i) l’estrazione dell’acqua….avviene per mezzo di pozzo perforato e dotato di ogni dispositivo atto a garantire l’utilizzo previsto dell’acqua…”;
2. “(iii) l’acqua minerale viene imbottigliata, in particolare, facendo uso di impianti…perfettamente idonei a garantire l’assoluta integrità del prodotto”…;
3. “(IV) i contenitori finali sono fabbricati con materiali idonei all’uso previsto ed utilizzati in condizioni di preservazione delle caratteristiche igieniche del prodotto finiti”.
Come diceva Lubrano a “Mi manda Rai 3”, «a questo punto, una domanda sorge spontanea…»: tra le altri società concorrenti, ci sono imprese che durante la captazione non garantiscono questa fase? Oppure non garantiscono l’integrità del prodotto? Oppure utilizzano contenitori non idonei all’uso? Ci manca solo che venisse riportato”viene garantita la rintracciabilità in ogni fase del processo produttivo etc”
Quanto sopra richiamato, sono obblighi a cui l’imprese devono adempiere e garantire, non è discrezionale ma è un preciso obbligo legislativo: ossia tutte le imprese controllano il processo e garantiscono il prodotto.
Con questo documento si veicolano delle informazioni, che devono essere date in forma corretta, oggettiva con una caratterizzazione tecnico-scientifica: giusto per ricordarselo tutti, art. 7 del Regolamento UE n. 1169/11: «Le informazioni sugli alimenti non inducono in errore, in particolare: c) suggerendo che l’alimento possiede caratteristiche particolari, quando in realtà tutti gli alimenti analoghi possiedono le stesse caratteristiche».
Questo si, forse, interessa l’impresa.