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La Fda, entro il 2018, eliminerà gli oli parzialmente idrogenati

Nelle scorse settimane la Food and Drug Administration (Fda) ha deciso che, entro il 2018, le aziende alimentari dovranno eliminare del tutto dalle loro ricette i cosiddetti PHO, cioè gli oli parzialmente idrogenati, principale fonte dei famigerati acidi grassi trans (vedi articolo). La decisione è l’evoluzione di un provvedimento adottato nel 2006, secondo il quale l’aggiunta di PHO deve essere indicata in etichetta.

Dal 2006 a oggi l’impiego dei PHO è già diminuito del 78% in alimenti quali i prodotti da forno, le merendine, i pop corn, le margarine, i gelati privi di derivati del latte e molti altri, e la tendenza di molti dei colossi dell’alimentare americani e internazionali sembra quella di un bando totale anche prima del 2018. Gli acidi grassi trans, e soprattutto i PHO, sembrano quindi destinati a sparire dalle tavole degli americani e non solo.

Tutto bene, quindi? Non proprio, come ha sottolineato in un articolo pubblicato su Civil Eats un’esperta del settore, Elisabeth Grossman, che ha messo in evidenza quattro grandi questioni che fanno capire come, in problemi così complessi, non esiste mai un’unica soluzione.

ciambelle donut dolci 153447205 acidi grassi trans1. Gli acidi grassi trans non scompariranno del tutto dagli alimenti industriali.

I PHO non godono più, dal 2012, dell’ombrello protettivo assicurato dall’appartenenza alla categoria delle sostanze GRAS, cioè Generally Recognized as Safe, ovvero sicure fino a prova contraria. Questo è già un notevole passo in avanti, perché le aziende spesso si servono di questo modo per schivare il principio di precauzione secondo cui non si dovrebbero utilizzare ingredienti sospettati di essere nocivi per la salute come alcuni coloranti o additivi. Tuttavia il provvedimento non è del tutto efficace, perché i cibi non saranno probabilmente mai del tutto privi di acidi grassi trans essendo presenti in  altre fonti come gli oli raffinati e idrogenati, insieme ad alcuni derivati del latte e della carne. Anche per questo motivo le lobby delle aziende e la stessa associazione di categoria, la potente Grocery Manufactures Association hanno iniziato già dagli anni settanta a cercare scappatoie, per esempio proponendo eccezioni su singoli PHO o su alimenti specifici, e impegnandosi a mantenere i livelli bassi, entro un limite di sicurezza. Per ora non hanno ottenuto nulla, ma gli sforzi continuano.

alimenti scontati cereali colazione 4552275752. “Zero grammi” di acidi grassi trans non significa nessun acido grasso trans

Secondo le attuali normative statunitensi, è possibile apporre in etichetta la dicitura “zero acidi grassi trans” se la concentrazione presente non supera gli 0,5 grammi. Inoltre, se in etichetta – comprese in quelle a zero grassi trans – sono indicati oli idrogenati, il prodotto sicuramente contiene piccole quantità di acidi grassi trans, anche senza PHO. E del resto  – fa notare l’autrice – in questo senso vanno tutte le rilevazioni effettuate negli anni passati dall’Environmental Working Group, l’associazione di consumatori che si batte da temo per un cibo più sano. Nei mesi scorsi, per esempio, un’indagine effettuata su  84.000 alimenti ha mostrato che il 27% di essi conteneva acidi grassi trans non naturali e un altro 10% molto probabilmente anche. Inoltre, l’87% di oltre 7.500 cibi conteneva oli idrogenati non denunciati in etichetta e, anzi, recava la scritta “zero acidi grassi trans”. La FDA ha di recente affermato di voler differenziare le diciture, in modo da evitare, in futuro, certi trucchetti, e di voler modificare anche i limiti di acidi grassi trans, in modo che non si possa più indicare “zero” laddove essi sono presenti.

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Sergio
Sergio
11 Settembre 2015 13:58

Sono d’accordo con quanto scritto nell’articolo. Dovrebbe tradursi nella messa al bando di intrugli strani, margarina inclusa.
Anche da noi ci vorrebbe una legge simile.

Costante P.
Costante P.
24 Settembre 2015 11:23

Nel latte tutti sanno che vi sono, pochi, acidi grassi trans, naturalmente, per idrogenazione di acidi grasi insaturi nel rumine delle bovine.