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Api e altri impollinatori sono a rischio di estinzione

Api e altri impollinatori sono in forte difficoltà, tanto che molti di loro sono a rischio di estinzione, secondo il primo rapporto pubblicato dall’organismo dell’Onu per la biodiversità, l’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES), che fornisce un quadro completo dei rischi che stanno correndo gli impollinatori vertebrati, come uccelli e pipistrelli, e invertebrati, come api, farfalle e altri insetti.

Quasi il 90% delle specie di piante selvatiche e oltre il 75% delle colture alimentari dipendono in parte dall’impollinazione da api, farfalle e altri animali. Il rapporto stima il valore economico annuo degli impollinatori tra i 235 e i 577 miliardi di dollari. L’ape occidentale è l’impollinatore più diffuso nel mondo e produce circa 1,6 milioni di tonnellate di miele all’anno.

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Oltre il 75% delle colture alimentari dipendono in parte dall’impollinazione animale

Dal 1961, il volume della produzione agricola che fa affidamento sugli impollinatori è aumentato del 300% ma, a livello mondiale, il 40% delle specie di invertebrati impollinatori e il 16,5% di quelli vertebrati è minacciato da vari impatti ambientali, al punto da essere in via di estinzione, con le farfalle e le api tra quelli a più alto rischio. In Europa, il 9% delle specie di api e farfalle sono a rischio di estinzione. Il declino delle api ha raggiunto il 37% delle specie, mentre si parla del 31% per le farfalle.

Tra le cause di questa situazione, gli esperti indicano l’agricoltura intensiva, l’uso di pesticidi, l’inquinamento, l’arrivo di specie provenienti da diverse parti del mondo, le malattie, l’uso di colture geneticamente modificate e il cambiamento climatico. I test di laboratorio mostrano come alte dosi di pesticidi come i neonicotinoidi e piretroidi possano essere letali per gli impollinatori.

L’IPBES, creato nel 2012 sotto l’egida dell’Onu, è un organismo intergovernativo indipendente nato per rafforzare l’interscambio scienza-politica sulla conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità. Attualmente ne fanno parte 124 Paesi.

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