Mano tiene frutti della palma da olio; concept: olio di palma

giovanni ferrero  la repubblica 1Dopo l’articolo pubblicato da Il Fatto Alimentare sull’intervista a Giovanni Ferrero apparsa sul quotidiano la Repubblica, il giornalista  autore del testo, Paolo Griseri, ci ha scritto, chiarendo il suo punto di vista sulla frase poco condivisibile dell’imprenditore relativa all’olio di palma che l’azienda usa in abbondanza nella Nutella.

“Con le conoscenze scientifiche di oggi – spiega Ferrero – possiamo limitare la deforestazione, non eliminarla. Il potere nutritivo dell’olio di palma è sette volte superiore a quello di altri oli e la popolazione mondiale sottonutrita è di 850 milioni di persone”.

 

Gentile collega,
ho letto con interesse i rilievi che muovi alla mia intervista a Giovanni Ferrero nella parte che riguarda l’utilizzo dell’olio di palma. Purtroppo non c’è alcun miracolo da annunciare e siamo dunque costretti a fare i conti con la dura realtà. La frase misteriosa che citi è, per la verità, abbastanza chiara a tutti coloro che si occupano di questi argomenti. Le caratteristiche dell’olio di palma rendono conveniente la sua coltivazione perché ha una resa sette volte superiore ad altri oli vegetali come il girasole e addirittura nove volte rispetto all’olio d’oliva. Questo significa che è necessaria una porzione di terreno sette o nove volte inferiore per ottenere la stessa produzione. Con la conseguenza che la temuta deforestazione necessaria a produrlo è sette volte inferiore. Con una popolazione mondiale in continua crescita e un numero crescente di persone che escono dalla fascia della povertà assoluta, grazie all’odiata globalizzazione, risparmiare terreno per le colture può essere una buona idea. Che non risolve i problemi ma prova ad attutirne la portata. Per tutte queste ragioni è evidente che il “potere nutritivo” cui fa riferimento Giovanni Ferrero nell’intervista fa parte di un ragionamento socio-economico e non nutrizionale.

Paolo Griseri (giornalista de La Repubblica)

 

nutella composizione approssimativa Verbraucherzentrale Hamburg
Nutella contiene circa il 20% di olio di palma

Gentile Griseri,

in questo mestiere le parole hanno un senso soprattutto se si tratta di un’intervista esclusiva a tutta pagina di un personaggio molto importante. Le affermazioni di Giovanni Ferrero non sono chiare e quella che ci propone lei è un’interpretazione interessante ma poco condivisibile. La resa dell’olio di  palma è sicuramente un fattore importante, ma la differenza sostanziale con mais, girasole e altri oli di semi è che queste piante non si coltivano deforestando le aree tropicali della Malesia e dell’Africa (continente in cui è prassi delle multinazionali appropriarsi dei terreni in modo illegale, o quantomeno poco etico e attraverso il land grabbing). Risparmiare terreno, deforestando in modo selvaggio a discapito della fauna, della biodiversità e dell’ambiente è una buona soluzione per le aziende e i governi che ci guadagnano, ma non certo per la popolazione e per la Terra. Misurare la convenienza del proprio business senza valutare l’impatto ambientale come fa Giovanni Ferrero che si limita a confrontare i metri quadrati, è un modo elementare di  fare valutazioni socio economiche che non è più accettato dalla società civile. Da un imprenditore che gestisce la più importante azienda del settore ci si aspetterebbe qualcosa di più.

 

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Nicola Mazzola
Nicola Mazzola
2 Agosto 2015 11:19

Complimenti vivissimi a Paolo Griseri di Repubblica, che con questo triplo salto mortale con avvitamento carpiato si aggiudica la medaglia d’oro 2015 del giornalismo zerbinato specializzazione “le portentose inarrivabili virtù del cibo spazzatura delle multinazionali che spendono milioni in spazi pubblicitari”. Un applauso!

andrea sebastianelli
andrea sebastianelli
14 Agosto 2015 08:54

Forse Ferrero avrebbe dovuto concedere l’intervista a “Il Fatto Alimentare”, poiché quella di Repubblica mi è sembrata molto embedded. Come si fa a non chiedere subito spiegazioni all’intervistato di fronte a una frase equivoca come quella citata? La risposta data a Grsisleri dal Fatto mi pare perfetta. Grazie per il lavoro che svolgete con attenzione e professionalità.

sergio saporetti
sergio saporetti
14 Agosto 2015 11:21

E’ davvero inaudita la superficialità con cui alcuni affrontano questi delicati argomenti. Voler per forza trovare una giustificazione all’uso distorto delle parole da parte di Ferrero è penoso e indice, credo, di scarsa informazione scientifica. Voglia Griseri per favore rispondere puntualmente alle argomentazioni serie e puntuali posta dall’articolo del Fatto Alimentare (rapporto superficie/territorio, % di deforestazione rispetto ad altre produzioni di olio, questioni sociali, biodiversità ecc), invece di storpiare l’uso della lingua italiana, soprattutto se l’intervista è letta da un italiano medio che per potere nutritivo capisce una cosa sola…valore nutrizionale, e non altro.
grazie

gianpaolo marani
16 Agosto 2015 08:52

Complimenti alla onesta’ intellettuale di Paolo Grisieri, segnalo a tutti la necessita’ di essere piu’ chiari e coerenti nello scrivere articoli che afferiscono a materia scientifica. E’ deplorevole a mio avviso che Il Fatto Alimentare faccia confusione tra deforestazione come pratica industriale di sfruttamento di una risorsa e una delle sue possibili destinazioni all’uso (coltivazioni x olio palma o altro). La deforestazione e’ una pratica deprecabile ma non centra con ua nelle sue tendenziali coltivazioni che non piacciono alFatto Alimentare ma consumate da 2,8 miliardi di abitanti … Dispiace che si faccia confusione tra pratiche di sfruttamento intensivo di territori vergini e destinazione di una coltivazione.

Roberta
Roberta
16 Agosto 2015 10:10

Ferrero ha nominato il “potere nutritivo”, Griseri, la resa in olio. Qualcuno gli spieghi che non sono la stessa cosa. Senza contare che, con la popolazione mondiale in crescita e sempre meno spazio per le colture, forse dedicare ettari e ettari di terra per arrivare a fare la Nutella non è il massimo.
Oppure l’olio di palma è sia sette volte più nutriente che sette volte più produttivo? Che affare!

Andrea Ricci
Andrea Ricci
16 Agosto 2015 14:29

Grazie al Fatto Alimentare!
La campagna contro l’olio di palma e’ di civilta’ alimentare e politica.

brando
18 Agosto 2015 17:00

Ma ci sono in commercio molti altri prodotti di cioccolato spalmabile di ottima qualità che non contengono “olio di palma “. Cari consumatori aprite gli occhi e leggete le etichette!

Matteo Veloce
Matteo Veloce
19 Agosto 2015 17:36

La valutazione fatta dal sig. Ferrero dell’olio di palma dal punto di vista socio-economico, è molto discutibile, soprattutto se affrontato in quei termini. Sarebbe altrettanto importante, se non di più, sapere dall’imprenditore la sua opinione anche per per quanto riguardo l’aspetto nutrizionale dell’olio di palma, visto che contiene il 47% di grassi saturi (costituito da acido palmitico a lunga catena particolarmente nocivo al sistema cardio – circolatorio), il 39% monoinsaturi, il 14% di polinsaturi che nel processo di raffinazione, viene privato degli antiossidanti (unica componente benefica).